Hospitality di lusso: il Salone del Mobile risponde alla chiamata Contract

Sempre più aziende si stanno orientando verso il settore Contract, la creazione di esperienze sartoriali per spazi esclusivi, come hospitality di lusso, residenze private e spazi commerciali. Il mercato del design iper-alto è alla ricerca di flessibilità creativa e mentale, e ciò richiede fornitori che possano offrire prodotti e soluzioni adattabili alle richieste più sofisticate.

La riconoscibilità di un brand, di conseguenza, non dipende più solo dalle linee dei suoi prodotti, ma dall’atmosfera che riesce a creare “per conto terzi”.
Un chiaro esempio di questa evoluzione ci arriva dal Salone del Mobile 2025: è il progetto di Tabu, intitolato “The Hotel”. L’azienda canturina non è nuova a commissioni contract, e ce lo dimostra con uno stand in cui il design delle superfici dà il meglio di sé per l’ambito dell’Hospitality di alta gamma. In collaborazione con l’architetta Alessia Galimberti, il progetto ha confermato la versatilità dei materiali naturali nel creare ambienti eleganti, funzionali e distintivi.

Tra le soluzioni esposte da Tabu, spiccano i piallacci ReFIGURED e MUTA, rinnovati e altamente performanti, e i GRAFFITI, intarsi industriali che sono già stati insigniti di una Menzione d’Onore al Compasso d’Oro. Inoltre, una serie di arredi artigianali della collezione Shokunin e una pavimentazione in legno intarsiato, frutto della collaborazione tra Studio Sostanza e Artwood Academy. Il bello è proprio che, quando la committenza richiede un lavoro inedito, al massimo delle proprie possibilità – e con il massimo budget, si aprono possibilità per questo tipo di collaborazioni creative. 

Come consulenti, il nostro ruolo ci impone di aiutare i brand a selezionare le tendenze emergenti per aderire a quelle che porteranno frutti anche a lungo termine. Sicuramente, il settore Contract è un’occasione positiva, un’evoluzione del luxury design dove le famose “estetica e funzionalità” non sono più un bonus ma una prerogativa, perché ogni progetto nasce per rispondere a un’occasione d’uso già definita.